domenica 24 maggio 2009


PRECARIATO: un vero problema!

Il precariato coinvolge milioni di lavoratori pubblici e privati, influenzando l’intera economia del paese (le statistiche ufficiali in Italia parlano di oltre 2,5 milioni di precari).


Precariato che di sicuro fa comodo al governo e ai datori di lavoro, della pubblica Amministrazione e soprattutto della scuola. Servitori dello Stato mal pagati, poco riconosciuti: precari cronici. Quel che è sicuro è che vi è una precisa volontà dei nostri governanti di rendere inefficiente la pubblica amministrazione (scuola) e di ricattare la forza di lavoro precaria.
Basta tener presenti le ingenti somme di danaro pubblico che vengono spostate verso le Scuole private: un regno di pochi prediletti dove si consegue un punteggio che permette l’accesso alle scuole statali) –NON RICONOSCENDO A QUESTI LAVORATORI ALCUN PUNTEGGIO, potrebbero cessare i ricatti economici.
Inoltre la Precarietà, la privatizzazione e la diminuzione del personale portano ad una disorganizzazione dei servizi pubblici, con conseguenze che ben si notano sulle ex aziende Statali passate ai privati: treni e traghetti invasi da zecche, pulci, ratti, per non parlare delle aziende sanitarie dove persone sane vengono operate per arricchire il budget di alcuni dirigenti.
Dunque la mentalità dei nostri governanti supera ogni pudore quando si tratta di tagliare la spesa pubblica e di ridurre in modo drastico la quantità e la qualità dei pubblici servizi. Tutto ciò incide notevolmente sul commercio, considerato che chi è di ruolo può acquistare una macchina a rate o accedere ad un mutuo bancario; chi invece è precario viene bloccato, e con esso è bloccato anche lo sviluppo economico del paese.
Come se ciò non bastasse, entra in gioco il potere di acquisto dei salari sempre più inadeguati, con le immissioni in ruolo al ribasso o addirittura bloccate, e l’annullamento dei diritti acquisiti dai lavoratori e della loro dignità.
Di questo passo possiamo affermare che il tanto agognato “posto fisso” sarà solo una chimera, o la indignitosa riserva di alcuni personaggi poco onorevoli che ci governano.

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