giovedì 7 maggio 2009

GeNeRAZIoNe 1000EurO




Mi sono ispirata al film da poco uscito nelle sale "GENERAZIONE 1000 EURO" la nuova commedia sentimentale italiana. Giovanile, ma con la quale con freschezza e simpatia si toccano temi importanti.


Oggi è tempo di crisi, social network, sigle incomprensibili, contratti scritti con l’inchiostro simpatico e tanta, tanta precarietà.




Da un libro di qualche anno fa (“Generazione Mille Euro”, 2006, Rizzoli), è arrivata dritta dritta nei cinema , diretta da Massimo Venier, la storia di un gruppo di precari persi fra sogni universitari, velleità professionali e ottimismo non corrisposto dal duro resoconto del mercato, pronto ad affondare a colpi di scure termini come meritocrazia e futuro.


Beatrice, Francesco, Angelica, Matteo: ambizione, positivismo, tenacia, pessimismo. Quattro aggettivi che se vogliamo sono necessari alla sopravvivenza oggi per i giovani, rispettivamente per arrivare lontano, per credere in quello che si sogna, forza nel volerlo raggiungere, realismo e umiltà per mantenere i piedi per terra. Le quattro sfaccettature, i quattro modi di vivere una realtà sociale ormai oggi comune ai giovani, quella del precariato.







Finalmente quindi, un nuovo quadro di una generazione che non vive solo di malumori, ”malinconoia” o di lucchetti ai ponti, ma che spera e ha il coraggio, nonostante le difficoltà, di combattere per quello in cui crede, anche se forse sarebbe il caso di specificare quando ci crede.





La trama articolata e godibile su più fronti offre agli interpreti lo spazio per caratterizzare i loro personaggi e renderli verosimili all'interno di una fiction che traduce la realtà alterandola in favore dell'impianto narrativo. Nell'utilizzare la matematica e i personaggi secondari come valore aggiunto, il regista trova una formula fatta di piccoli dettagli, di battute e puntuali osservazioni capaci di divertire e allo stesso tempo descrivere l'attuale panorama italiano avvolto dall'incertezza del futuro professionale e sentimentale dei giovani.
Il regista regala a ognuno un momento da incorniciare e la realizzazione di un sogno a Matteo, che si sveglia, infine, con tutta la vita davanti.

Storie di lavoro e di opportunità, di amori e malumori, di risate e incazzature.
La storia è quella di Claudio, un ragazzo di 27 anni che vive con mille euro al mese, e dei suoi tre coinquilini.
Ambientato a Milano, racconta le difficoltà dei ragazzi di oggi nell'affrontare la quotidianità e il futuro, tra lavori precari e poche risorse economiche. Generazione Mille è un neologismo utilizzato per identificare quelle persone che, mediamente, guadagnano mille euro al mese, indipendentemente dal tipo di lavoro svolto e dalla loro formazione scolastica e professionale.

Da chi è composta esattamente questa 'generazione mille euro'?
Quello che appariva come un fenomeno socioeconomico marginale, ora sta acquistando un contorno. I milleuristi vengono contati e messi sotto il microscopio, per vedere quanto sono soddisfatti. Si riflette su cosa sarà di loro al momento della pensione, ci si interroga sulle loro tutele e questo può comunque esprimere disagio sociale, disillusione professionale, disaffezione alla politica.



Quanto alla loro distribuzione nel paese, i dati indicano che i nostri 'milleuristi' o giù di lì si annidano sia Nord sia a Sud: tra i dipendenti, il 44 per cento sta nel Settentrione, il 18 al Centro, il 38 nel Mezzogiorno. Tra gli autonomi, prevale il Sud con il 40 per cento, mentre al Nord la presenza scende al 35, e al 25 al Centro.



Non solo precari. Molti hanno il posto fisso. Spesso sono laureati. Ma con poche possibilità di migliorare. Guadagnano meno dei loro padri alla loro età, e hanno una prospettiva di carriera molto più grigia. Sono i giovani che si muovono oggi sul mercato del lavoro: stagisti, lavoratori a progetto, segretarie interinali, ricercatori e docenti universitari, single o mammoni. Scuole finite regolarmente, magari anche una laurea, addirittura una specializzazione. Sono passati attraverso una serie più o meno lunga di lavoretti precari. Fino all'assunzione: molto spesso con uno dei tanti contratti flessibili a disposizione dei datori di lavoro per far entrare in fabbrica o in ufficio, ma non solo. Anche chi ha il mitico posto fisso, è accomunato dalla stessa condizione: per tutti il 27, la busta paga, racconta lo stesso tenore di vita. Sotto i mille euro al mese, spesso meno, tra gli 800 e i 900.





La storia dei “lavoratori fluttuanti e praticanti seriali” è finita in prima pagina sull’“International Herald Tribune” e ne hanno parlato anche il “Guardian”, “Le Monde” e i principali quotidiani italiani.


3 commenti:

  1. beh,bene arrivata anche a te,ciaooooo.

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  2. bellissimo questo blog!!!hai trattata un tema molto importante, è molto interessante, perchè in italia c'è molta precarietà!!!!brava continua così!!!

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  3. grazie della visita,io ti seguo,ciao buon fine settimana.

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